Il matrimonio e la famiglia: realtà e sfide

Il matrimonio e la famiglia: realtà e sfide (PDF)

 

  1. VEDI

COSA STA SUCCEDENDO NEL MONDO?1

Cade la reputazione sociale dei matrimoni cattolici. I numeri dei matrimoni del 2018. Giornale El País. Madrid, Spagna.

Appena un terzo dei matrimoni che si celebrano in Spagna ogni anno (nel 2018 n. 163.430, un 5,9% in meno dell’anno precedente) sono di rito cattolico e già il 47% dei figli nasce al di fuoi del matrimonio. Sono dati dell’Istituto Nazionale di Statitstica, che conferma un processo inarrestabile di laicizzazione della società.

Ordo Franciscanus Saecularis

Consilium Internationale

COMMISSIONE FAMIGLIA

Fr. Hernán Eguzquiza, TOR

Traduzione:

Noemi Paola Riccardi OFS

IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA: REALTA’ E SFIDE

 

  1. VEDI

COSA STA SUCCEDENDO NEL MONDO?1

Cade la reputazione sociale dei matrimoni cattolici. I numeri dei matrimoni del 2018. Giornale El País. Madrid, Spagna.

Appena un terzo dei matrimoni che si celebrano in Spagna ogni anno (nel 2018 n. 163.430, un 5,9% in meno dell’anno precedente) sono di rito cattolico e già il 47% dei figli nasce al di fuoi del matrimonio. Sono dati dell’Istituto Nazionale di Statitstica, che conferma un processo inarrestabile di laicizzazione della società.

I NON CREDENTI BATTEZZATI CHE ARRIVANO AL MATRIMONIO RELIGIOSO2

Alla fine del recente sessennio, la Commissione Teologica Internazionale (CTI) ha pubblicato un documento finale sulla reciprocità tra la fede ed i sacramenti nell’economia sacramentaleUna parte rilevante del testo è dedicata ad un problema teologico le cui conseguenze pastorali non sono poca cosa: il valore sacramentale del matrimonio dei non credenti battezzati.  E’ un documento la cui intenzione fondamentale è quella di evidenziare il legame intrinseco che unisce la fede con la celebrazione dei sacramenti. Poichè il battesimo è il sacramento della fede, la nozione stessa di “non credenti battezzati” è paradossale, per non dire altro. Tuttavia, questa è una situazione di fatto, purtroppo diffusa. Di fronte a questa situazione, si devono evitare errori pastorali quando i non credenti battezzati chiedono di sposarsi “in Chiesa”.

Pertanto, quando si perde la fede personale (questa grazia che cura e perfeziona la natura, direbbe San Tommaso), è sempre più improbabile che coloro che si sposano abbiano l’intenzione di fare ciò che la Chiesa intende fare e, quindi, è legittimo dubitare della validità del sacramento celebrato in queste condizioni. Il fatto è che la percezione di questa verità del matrimonio è minacciata quando non è coltivata in un ambiente personale e comunitario di fede vissuta. In definitiva spetta ai pastori discernere qual’è l’intenzione dei non credenti battezzati quando chiedono di sposarsi “in Chiesa”.

  1. GIUDIZIO

DAVANTI A QUESTA REALTA’: ce lo dice la Chiesa in Amoris Laetitia3

Annunciare il Vangelo della famiglia oggi

200. I Padri Sinodali hanno insistito sul fatto che le famigliemcristiane, per la grazia d el sacramento nuziale, sono i principali soggetti della pastorale familiare, soprattutto offrendo «la testimonianza gioiosa dei coniugi e delle famiglie, chiese domestiche»[225]; però non basta inserire una generica preoccupazione per la famiglia nei grandi progetti pastorali, affinchè le famiglie possano diventare sempre più soggetti attivi della pastorale familiare, si richiede «uno sforzo evangelizzatore e catechistico diretto alla famiglia»[228], che la orienta in questo senso.

201. «Per questo si richiede a tutta la Chiesa una conversione missionaria: è necessario non fermarsi ad un annuncio meramente teorico e sganciato dai problemi reali delle persone »[229]. La pastorale familiare «deve far sperimentare che il Vangelo della famiglia è risposta alle attese più profonde della persona umana: alla sua dignità e alla realizzazione piena nella reciprocità, nella comunione e nella fecondità.

202. «Il principale contributo alla pastorale familiare viene offerto dalla parrocchia, che è una famiglia di famiglie, dove si armonizzano i contributi delle piccole comunità, dei movimenti e delle associazioni ecclesiali»[232]. Insieme con una pastorale specíficamente orientata alle famiglie, ci si prospetta la necessità di «una formazione più adeguata per i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, per i catechisti e per gli altri agenti di pastorale »[233].

La sfida di accompagnare le situazioni difficili

241. In alcuni cas, la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza o a una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che «ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre i l coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza »[257]. Comunque «deve essere c onsiderata come estremo rimedio, dopo che ogni altro ragionevole tentativo si sia dimostrato vano »[258].

242. I Padri hanno indicato che «un particolare discernimiento è indispensabile per accompagnare pastoralmente i separati, i divorziati, gli abbandonati. Va accolta e valorizzata soprattutto la sofferenza di coloro che hanno subito ingiustamente la separazione, il divorzioo l’abbandono, oppure sono stati costretti dai maltrattamenti del coniuge a rompere la convivenza. Il perdono per l’ingiustizia subita non è facile, ma è un cammino che la grazia rende possibile. Di qui la necessità di una pastorale della riconciliazione e della mediazione attraverso anche centri di ascolto specializzati da stabilire nelle diocesi»[259]. Nello stesso tempo, «le persone divorziate ma non risposate – che spesso sono testimoni della fedeltà matrimoniale – vanno incoraggiate a trovare nell’Eucarestia il cibo che le sostenga nel loro stato. La comunità locale ed i Pastoridevono accompagnare queste persone con sollecitudine, soprattutto quando vi sono figli o è grave la loro situazione di povertà»[260]. 243. Ai dovorziati che vivono una nuova unione, è importante far sentire che sono parte della Chiesa, che «non sono scomunicati» e non sono trattati come tali, perchè formano sempre la comunione ecclesiale [261]. Queste situazioni «esigono un attento discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire discriminati e promovendo la loro partecipazione alla vita della comunità. Prendersi cura di loro non è per la comunità cristiana un indebolimento della sua fede e della sua testimonianza circa l’indissolubilità del matrimonio, anzi essa esprime proprio in questa cura la sua carità»[262].

244. D’altra parte, un gran numero di Padri «ha sottolineato la necessità di rendere più accessibili ed agili, possibilmente del tutto gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità»[263]. La lentezza dei processi crea disagio e stanca le persone. I miei due recenti Documenti su tal e materia hanno portato ad una semplificazione delle procedureper una eventuale dichiarazione di nullità matrimoniale. Attraverso di essi ho anche voluto «rendere evidente che lo stesso Vescovo nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo,è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati»[265]. Perciò, «l’attuazione di questi documenti costituisce una grande responsabilità per gli Ordinari diocesani, chiamati a giudicare loro stessi alcune cause e, in ogni modo, ad assicurare un accesso più facile dei fedeli alla. (cf. Mitis Iudex Dominus Iesus, art. 2-3)»[266].

245. I Padri sinodali hanno anche messo in evidenza «le conseguenze della separazione o del divorzio sui figli, in ogni caso vittime innocenti della situazione»[267]. Al di sopra di tutte le considerazioni che si vogliono fare, essi sono la prima preoccupazione, che non deve essere offuscata da nessun altro interesse o obiettivo. Ai genitori separati rivolgo questa preghiera: «Mai, mai, mai prendere il figlio come ostaggio. Vi siete separati epr tante difficoltà e motivi, la vita vi ha dato questa prova, ma i figli non siano quelli che portano il peso di questa separazione, non siano usati come ostaggi contro l’altro coniuge, crescano sentendo che la mamma parla bene del papà, benchè non siano insieme, e che il papà parla bene della mamma»[268].

246. La Chiesa, sebbene comprenda le situazioni conflittuali che i coniugi devono attraversare, non può cessare di essere voce dei più fragili, che sono i figli che soffrono, spesso in silenzio. Oggi, «nonostante la nostra sensibilità apparentemente evouta, e tutte le nostre raffinate analisi psicologiche, mi domando se non ci siamo anestetizzati anche rispetto alle ferite dell’anima dei bambini. Queste brutte esperienze non sono di aiuto affinchè quei bambini maturino per essere capaci di impegni definitivi. Per questo, le comunità cristiane non devono lasciare soli i genitori divorziati che vivono una nuova unione. Al contrario, devono includerli e accompagnarli nella loro funzione educativa. Infatti, «come potremmo raccomandare a questi genitori di fare di tutto per educare i figli alla vita cristiana, dando loro l’esempio di una fede convinta e praticata, se li tenessimo a distanza dalla vita della comunità, come se fossero scomunicati? Aiutare a guarire le ferite dei genitori e accoglierli spiritualmente, è un bene anche per i figli, i quali hanno bisogno del volto familiare della Chiesa che li accolga in questa esperienza traumatica. Il divorzio è un male, ed è molto preoccupante la crescita del numero dei divorzi. Per questo, senza dubbio, il nostro compito pastorale più importante riguardo alle famiglie è rafforzare l’amore e aiutare a sanare le ferite, in modo che possiamo prevenire l’estendersi di questo dramma della nostra epoca.

250. La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni [275]. Con i Padri sinodali, ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò, desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare «ogni marchio di ingiusta discriminazione»[276], e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinchè coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita[277].

251. Nel corso del dibattito sulla dignità e la missione della famiglia, i Padri sinodali hanno osservato che «circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia […] E’ inaccettabile che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso [278].

Costituzioni Generali OFS 24.3.

I fratelli collaborino agli sforzi che si fanno nella Chiesa e nella socieà per affermare il valore della fedeltà e il rispetto alla vita e per dare risposta ai problemi sociali della famiglia.

Riflettiamo in Fraternità:

  1. Questa statistica citata dal quotidiano spagnolo El País riflette la realtà del matrimonio oggi nella nostra comunità?

  2. Nella nostra comunità attualmente vediamo non credenti battezzati accedere al matrimonio religioso? Se ci sono, come assumono la vita matrimoniale e familiare?

  3. Che cosa chiede alla Chiesa oggi la realtà che vivono gli sposati e le famiglie?

  4. Di fronte alla realtà dei divorziati e di coloro che si sono risposati cosa propone il documento pontificio Amoris Laetitia?

  5. Cosa dice Papa Francesco in questo documento sulle famiglie che hanno figli con tendenza omosessuale? Qual’è la tua posizione riguardo al matrimonio tra coppie dello stesso sesso?

  1. AGIRE

  • Alla luce di tutto quanto abbiamo condiviso, cosa potremmo fare come Fraternità per vivere ciò che questo articolo 24.3 delle Costituzioni Generali ci invita a fare?

  1. CELEBRARE

Nella Preghiera finale preghiamo per le famiglie che oggi stanno vivendo la realtà sulla quale abbiamo riflettuto.

Aprile 2020