Nella presentazione principale del Capitolo generale, Michèle Altmeyer, OFS, ha innanzitutto ricordato il commento di San Paolo su Gesù: “Ci ha amati”.
E “così inizia l’enciclica di Papa Francesco del 24 ottobre 2024, ‘Dilexit nos’, ‘Ci ha amati’”.
Poi ha indicato San Francesco d’Assisi. “Al culmine della sua vita spirituale, dal cuore di Francesco si levò un’immensa lode di Dio… (Egli) benediceva Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo: ‘Tu sei bellezza, Tu sei sapienza’, e così via. E il cuore della sua lode: ‘Tu sei l’Amore!’”.
Così, viene individuato un tema “necessario per il nostro Ordine oggi”: “Tu sei l’Amore”.
La presentazione di Michèle, un tomo di 30 pagine a spaziatura singola, è forse degna di un corso o di una serie di workshop. Ecco alcuni punti salienti.
Con la graduale trasformazione di Francesco nell’immagine del Cristo amato, e con lo sviluppo degli articoli della nostra Regola e delle Costituzioni Generali, “il tesoro che la Chiesa ha messo nelle nostre mani” è semplicemente rispondere “all’Amore con l’Amore”.
La Bibbia ci dice che “Dio è amore”, la cui prova è il dono del suo unico Figlio per la nostra redenzione.
Citazioni di Michèle:
Dio è amore, crea per amore, rivela la sua bellezza e il suo amore nella sua creazione. Chiamandomi all’esistenza, Dio mi crea libero, a sua immagine e somiglianza! Dio vive in me, è in me! La realtà più importante è che Dio ama l’uomo “per primo”: “Questo è l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi” (1 Gv 4,10). Da questo dipende tutto il resto, compresa la nostra stessa capacità di amare Dio: “E noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19).
Come rispondere all’amore di Dio? La risposta è “credere nell’Amore e amare i miei fratelli e sorelle come Gesù ha amato me. E camminare insieme: Dio, me stesso e gli altri, nella fiducia”.
Aggiunge: “L’amor proprio, la rivendicazione dell’io, il ripiegamento su sé stessi, è il primo movimento della nostra natura ferita, disorientata dal peccato originale (cf. 1Reg 22,19-20). Come possiamo decidere di rivolgere il nostro sguardo ansioso verso il Padre: Padre, cosa vuoi che faccia ora? Il segreto sta nella preghiera, nella vita di preghiera, dove, fissando gli occhi su Gesù (cfr. Eb 12,1-3), mi lascio trasformare da lui, passando dalla mia vita in me alla sua vita in me, fino alla somiglianza divina”.
“Quindi”, consiglia, “il primo atto della nostra giornata, quando ci svegliamo, sia quello di dare il nostro cuore e la nostra giornata al Signore. Allo stesso modo, l’ultimo atto prima di andare a letto: sia quello di consegnare la nostra vita al Signore…”.
Il servizio agli “ultimi e ai poveri” è un altro aspetto della risposta all’amore di Dio, osserva, e aggiunge: “Sul Monte Verna San Francesco ci aiuta a capire che non basta dichiararsi cristiani per esserlo, e nemmeno cercare di fare opere buone. Dobbiamo lasciarci conformare a Gesù attraverso uno sforzo lento e progressivo per trasformare il nostro essere nell’immagine del Signore…”.
Prosegue: “Questo è il cammino che abbiamo intrapreso quando abbiamo accettato la nostra vocazione all’Ordine Francescano Secolare: una risposta d’amore al primo amore del Padre, nella fedeltà alla grazia del nostro Battesimo”.
Insieme agli altri ordini francescani, “possiamo essere eredi della vocazione, del carisma e della missione di Francesco e raggiungere la perfezione della carità cristiana”.
Breve biografia di Michèle Altmeyer, OFS
Michèle Altmeyer ha scoperto la GiFra con i suoi cinque fratelli e sorelle nello stesso momento in cui i suoi genitori hanno scoperto l’OFS a Bitche, in Francia. Aveva 18 anni. L’assistente spirituale di questa Fraternità era padre Marie-Joseph, cappuccino (1907-1993). La sua causa di beatificazione è stata aperta nel 2017 nella diocesi di Metz. All’età di 22 anni ha emesso la Professione nell’OFS, con doppia appartenenza all’OFS e alla GiFra. Insieme ad altri giovani, è stata coinvolta in gruppi di bambini e adolescenti francescani e ha scoperto la sua vocazione personale: essere più strettamente unita a Gesù nella vita di consacrazione secondo l’art. 36 delle Costituzioni Generali. Nel 1992 è stata incaricata da P. Ben Brevoort, Assistente generale dell’OFS, di tradurre articoli per il Bollettino del CIOFS; in questa veste ha partecipato alla “Formazione dei formatori” a Roma e ai “Capitoli internazionali” di Assisi e Budapest. Ha presentato Elisabetta d’Ungheria al Capitolo elettivo di Budapest, durante il quale è stata eletta nel Consiglio di Presidenza del CIOFS (2008). Una delle sue missioni è stata quella di accompagnare le Fraternità nazionali dell’Africa francofona, del Madagascar, di Haiti, del Libano, ecc. Professionalmente, dopo gli studi di teologia, ha insegnato per oltre 30 anni in una scuola secondaria pubblica. Ha lavorato anche nella Pastorale familiare, al servizio delle Associazioni Familiari Cattoliche.